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Giugno 2013
In ricordo di Gino
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Noterelle sparse su Alba Iulia, antica città al centro della Transilvania.

Ovvero: ma guarda Gino dov'è andato a finire …

Al tempo dei romani, le città erano due: Colonia Aurelia Apulensis (da Apulum, antico nome di Alba Iulia) insediamento civile sulla riva destra del fiume Mures, subaffluente del Danubio tramite il Tibisco, e Colonia Nova Apulensis, nella parte alta dell’attuale territorio cittadino, dove sorgeva il castrum sede della Legio XIII Gemina dal 106 al 275 d.C.

La città è stata designata quale capitale della Dacia Apulensis dall’imperatore Settimio Severo.

Il castrum romano viene riutilizzato ed ampliato nel corso dei secoli, in particolare nell’alto medioevo (sec. VIII-X), dopo il 1177, quando vi si instaura una sede episcopale ed infine a partire dalla metà del 1500, quando la città diviene sede del Principato di Transilvania (1548-1685).

Dopo l’invasione turca che distrugge la città nel 1658, l’imperatore Carlo VI ordina la costruzione, al posto dell’antico castrum, di un’imponente fortificazione, con  la supervisione di Eugenio di Savoia e su progetto di Giovanni Morando Visconti. La cittadella, di tipo Vauban, ha la forma di un ettagono irregolare, con ampi fossati e contrafforti esterni. Le porte ricordano quelle di  Palmanova…


Le fortificazioni sono quasi del tutto intatte, grazie anche al fatto che, fino a pochi anni fa, sono state adibite a deposito per l’esercito, prima austro-ungarico e poi romeno. Ora gli amplissimi fossati vengono utilizzati per rappresentazioni all’aria aperta e kermesse varie. Per fortuna, perchè prima le facevano tutte sotto le finestre del sottoscritto …
I sotterranei vengono invece più prosaicamente utilizzati per depositarvi vino, frutta e verdura.

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Una piccola parte è stata trasformata in ristorante con orchestra, il mio preferito in quanto, sotto 20 metri di pietra non funziona il telefonino e puoi mangiare in pace, al fresco d’estate ed al caldo d’inverno. Almeno fino alle 22, quando si abbassa l’età media dei frequentatori e si alza il volume degli altoparlanti che iniziano ad emanare la solita cosiddetta musica che io chiamo dantesca (…quivi sospiri, pianti ed alti guai/ risonavan per l’aere sanza stelle/ per ch’io al cominciar ne lagrimai/ diverse lingue, orribili favelle/ parole di dolore, accenti d’ira/ voci alte e fioche e suon di man con elle/ facevano un tumulto il qual s’aggira/ sempre in quell’aura sanza tempo tinta/ come la rena quando turbo spira…): non sembra di entrare in una discoteca ?

Ognuno celebra quello che può. Da noi le vie Solferino, San Martino ecc, al centro dell’ex austro-ungarica Transilvania troviamo il monumento a Custoza …

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Viste da casa: le due cattedrali:

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A destra l'antica cattedrale romano cattolica, costruita a partire da un nucleo del XI secolo, con torre campanaria eretta da maestri lombardi nel sec. XV.
A sinistra la recente (1921) cattedrale ortodossa, costruita in soli 9 mesi da Antonio Venchiarutti, imprenditore udinese (nonno del mio amico Francesco De Bona, professore alla Facoltà di Ingegneria di Udine). Lo si vede in una foto dell’epoca:

Tra le due, il cardo del castrum romano, alle loro spalle il decumanum.

Sempre da casa (con le dovute scuse per la nebbia, ma d’inverno qui è la norma): i primi contrafforti dei Carpazi meridionali, in particolare i Muntii Sebesului (dalla cittadina di Sebes, già Muehlbach, 15 km a sud di Alba Iulia) dove vivono ancora alcuni discendenti da emigranti friulani di fine secolo XIX, venuti dal Canal del Ferro, dalla Valcanale e dall’alta valle dell’Isonzo quali esperti boscaioli e fluitatori (menaus). Troviamo cognomi quali Pittino, Martina, Della Mea, Budin, Venturini ecc., ma nessuno ricorda nè l’italiano nè il friulano. Eccezione fa la signorina Clelia Venturini, anni 93, nata in Romania da genitori di Artegna (ex bibliotecaria poliglotta: ungherese, tedesco, russo, francese, italiano ecc) che parla ancora un friulano, appreso dai genitori, quasi identico a quello di mia nonna Maria,  buonanima, di Billerio (Magnano in Riviera).  Il suo incontaminato eloquio potrebbe essere oggetto di una ricerca di paleolinguistica friulana…

Ancora dal nostro panoramico appartamento: i Carpazi Occidentali, con il picco della Piatra Craivii.
Vi si trovano antiche miniere d’oro sfruttate già in epoca romana. Adesso una multinazionale canadese (o presunta tale, si dice che dietro ci siano fuoriusciti del passato bieco regime) vuole spianare alcune montagne per estrarre l’oro con tecnologie industriali a base di cianuro.
Sta iniziando a svilupparsi anche il turismo, sia invernale che agrituristico, con i dovuti distinguo a causa dell’assoluta mancanza di esperienza e di tradizione in materia di accoglienza …


Altri appunti alla prossima pausa di lavoro, spero prima del prossimo inverno …

Gino Cecotti

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Last modified 2006-01-11 11:56 PM

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